Mons. Massimo Palombella, di recente nominato Direttore del Coro del Duomo di Milano, quest’anno ha pubblicato un bellissimo libro per la collana di Teologia cristiana dell’editore LAS, dal titolo “Missae Pluribus Vocibus. Cantus gregoriani alternantibus”. Si tratta di un piccolo manuale dedicato, come si evince dall’omonimo titolo, al canto gregoriano. Il gregoriano è un canto liturgico di origine occidentale, caratterizzato dall’esecuzione, da parte di una o più voci, di una melodia singola. Il canto gregoriano è nato nell’ottavo secolo, grazie alla commistione tra il canto romano antico ed il canto gallicano, in occasione della ripresa della dinastia carolingia. Il nome “gregoriano” ha origine dal papa benedettino Gregorio I Magno.
La tradizione narra che proprio Gregorio creò una raccolta di canti sacri all’interno di un volume dal titolo “Antiphonarius Cento”; l’originale è andato perso durante le invasioni barbariche, ma Gregorio dettò il codice ad un monaco, seppur nascosto dietro ad un velo. Quest’ultimo, però, notò che Gregorio faceva lunghe pause tra una dettatura e l’altra; il monaco sollevò il velo e vide una colomba, che testimoniava la presenza dello Spirito Santo, e suggeriva qualcosa all’orecchio del papa. Da questo episodio, si evince come il Codice Gregoriano sia di ispirazione divina.
In seguito, l’origine e l’ispirazione divina del codice gregoriano sono state messe in dubbio; pertanto il canto gregoriano è stato legato all’unificazione del Sacro Romano Impero: Attualmente, il canto gregoriano è eseguito e conosciuto, accompagnando molte celebrazioni, essendo ufficialmente riconosciuto come “canto proprio della liturgia romana” dalla Chiesa Cattolica. Il canto gregoriano è un canto liturgico, di solito eseguito da un coro costituito da voci unicamente maschili; prevede la presenza di un solista, il cantore (tecnicamente “cantor”), che spesso è rappresentato dal celebrante stesso, sostenuto dalla partecipazione dell’assemblea, che supporta il canto del testo liturgico in lingua latina. Il canto gregoriano implica un’esecuzione a cappella, in assenza degli strumenti musicali, perché la presenza della musica potrebbe stravolgerne la struttura. Il canto gregoriano segue una melodia unica, senza la presenza contemporanea di note diverse, con ogni voce che la esegue all’unisono. La melodia del canto gregoriano, leggiamo nella pubblicazione di Massimo Palombella, è di tipo “modale” e “diatonico”, con assenza di cromatismi, modulazioni e sensibile. Il canto gregoriano presenta, invece, i modi ecclesiastici, le scale modali, dette anche modi antichi. Il canto gregoriano non segue un ritmo prestabilito, perché dipende principalmente dai passaggi che affronta: per i passaggi “salmodici”, detti anche “sillabici”, il ritmo è scandito dalle parole; per i passaggi “neumatici”, detti anche “melismatici”, la melodia prende il sopravvento. Il canto gregoriano, pertanto, diventa una musica che si fa recita, accompagnando il testo in prosa, agevolando “la meditazione e l’interiorizzazione (ruminatio) delle parole cantate”. Infatti, il canto gregoriano è uno strumento che va ad abbellire la celebrazione, ma “è parte integrante ed efficace della stessa lode ordinato al servizio ed alla comprensione della Parola di Dio”.
Blog Mons. Massimo Palombella Milano – Rassegna Stampa – Duomo di Milano Ottobre 2021: Papa Francesco
Da Twitter: Papa Francesco ai giovani dell’Earth Day: “Fate chiasso, fatevi sentire!”. Papa Francesco ha incontrato, nella sala Clementina, una delegazione di 50 ragazzi dell’Earth Day, i rappresentanti dell’Italia alla Cop (Conferenza delle parti) Giovani di Milano e il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. Durante l’udienza privata, il Pontefice ha ricevuto in regalo l’opera “Saving The Earth” del fiorentino Neri Frullini.
La creazione dell’artista è stata realizzata con materiali di riciclo, in tiratura limitata di quattro pezzi. Frullini, infatti, ha impiegato materiali di scarto, che erano destinati al macero, dando loro una seconda vita. L’opera quindi rispetta la natura, perché “Per vedere la luce – come sottolinea lui stesso – non ha avuto bisogno di nuove materie prime”.
Una copia dell’operata è stata firmata dai giovani presenti e dal Santo Padre, e affidata a Federica Gasbarro e Daniele Guadagnolo, i due ragazzi che rappresenteranno l’Italia alla Cop Giovani e che la porteranno simbolicamente in dono ai circa 400 colleghi con i quali si confronteranno a Milano. Il 28 settembre, infatti, la città meneghina ospiterà lo “Youth4Climate”, un evento che vede il coinvolgimento sempre più attivo dei giovani alla causa climatica.
E proprio a quei giovani, Papa Francesco ha detto: “Voi non siete il futuro, siete il presente. Noi siamo in evoluzione e dobbiamo andare avanti, dovete farlo per il vostro futuro e quello dei vostri figli. Vi auguro di fare chiasso, fatevi sentire!”.
Quasi 400 giovani (2 per Paese) provenienti dai 197 Paesi membri dell’UNFCCC (La Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) si daranno appuntamento dal 28 al 30 settembre a Milano, per elaborare proposte concrete sulle questioni più urgenti che riguardano l’agenda climatica e le negoziazioni della Pre-COP26 di Milano (30 settembre – 2 ottobre 2021) e della COP26 di Glasgow (1-12 novembre 2021).
L’obiettivo principale di Earth Day Italia è sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni a sul tema del cambiamento climatico, argomento particolarmente caro a Papa Francesco, che più volte ha invitato ad agire, per scongiurare conseguenze irreversibili. Per questo motivo, d’intesa con il ministro Roberto Cingolani, che presiede la Pre Cop di Milano, il presidente di Earth Day Italia, Pierluigi Sassi, hanno voluto chiedere una benedizione “speciale” al Santo Padre, che già sei anni fa promulgava la lettera enciclica Laudato sì esortando le Nazioni Unite alla ricerca del Bene Comune.
Ringraziamenti: Mons. Massimo Palombella.